La Certificazione dei Contratti di Lavoro: Uno strumento di tutela

Cos’è la certificazione dei contratti di lavoro? A cosa serve certificare un contratto? Quali sono i suoi effetti??

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Spesso sentiamo parlare di Certificazione dei contratti di lavoro ma cos’è la certificazione?

La Certificazione è una procedura volontaria mediante la quale una commissione appositamente istituita presso gli Enti bilaterali, le Direzioni Territoriali del Lavoro, le Università e i Consigli Provinciali dei Consulenti del Lavoro, convalida e certifica la qualificazione che le parti (datore e lavoratore) danno al contratto di lavoro tra di essi stipulato.

Tale istituto è stata introdotto nel nostro ordinamento dal D.lgs. 276/03 la cd. legge Biagi mutuandola dall’esperienza del diritto Anglo-Sassone, scopo pratico è quello di alleggerire il contenzioso in materia di qualificazione del rapporto di lavoro in un’ottica di dare rilevanza al criterio del nomen iuris eventualmente attribuito dalle parti al rapporto stesso.

Il collegato lavoro del 2010 è andato ad ampliare l’oggetto  della procedura di certificazione ovvero possono essere certificati non solo tutti i contratti in cui sia dedotta direttamente o indirettamente una prestazione di lavoro, ma anche le tipizzazioni di giusta causa e giustificato motivo di recesso previste dal contratto individuale e la clausola compromissoria per il deferimento delle controversie ad arbitri in esso eventualmente presente.

Ma a cosa serve nella vita pratica Certificare un Contratto di Lavoro? I contratti certificati sono definiti “blindati” perché resistono agli accertamenti ispettivi, in quanto la qualificazione del rapporto contenuta nel contratto certificato non può essere contestata dagli organi di vigilanza e permane fino ad una eventuale sentenza giurisdizionale. Addirittura in sede processuale il giudice non può nell’interpretazione discostarsi dalle valutazioni delle parti espresse in sede di certificazione.

Capiamo bene, quindi l’importanza di tale istituto. Il principale effetto dei contratti certificati è proprio quello di impedire l’adozione di provvedimenti ispettivi che presuppongono una qualificazione del rapporto di lavoro diversa da quella risultante dalla certificazione stessa.

Sul procedimento: Qualora le parti (Datore e Lavoratore) intendano avviare un procedimento di certificazione devono redigere per iscritto un apposita istanza sottoscritta da entrambe ed inviarla alla Commissione territorialmente competente. Il Decreto istitutivo non ha previsto un modello di procedura univoca, lasciando infatti ampia autonomia alle varie sedi, nel rispetto del codice delle buone pratiche, stabilito invece è che il procedimento di certificazione debba necessariamente concludersi entro 30 giorni dal ricevimento dell’istanza e che l’atto che certifica il contratto debba essere motivato e contenere i termini e l’autorità cui eventualmente fare ricorso nonché l’indicazione degli effetti civili, amministrativi, previdenziali e fiscali

La certificazione esclude la possibilità di ricorso in giudizio in ordine alla qualificazione del contratto salvo in caso di erronea qualificazione del programma negoziale o difformità tra il programma certificato e quello realizzato o vizi del consenso.

L’efficacia giuridica della certificazione si esplica sia nei confronti delle parti stesse sia verso i terzi in particolare gli istituti previdenziali, assicurativi, fiscali, l’articolo 79 stabilisce che l’efficacia giuridica della certificazione dura fino all’accoglimento dell’eventuale ricorso giudiziario.

Il mio studio offre Assistenza e Consulenza in merito alla redazione dei contratti di lavoro, qualora interessati non esitate a Contattarmi per una Consulenza Gratuita!

Dr. Francesco De Santo

Iscritto all’ordine dei Consulenti del Lavoro Cosenza